EROSIONI
concorso di fotografia 2020/2021
Foto di copertina_ Urban Seascape, di Dario Barbani
A Luglio 2020, Legambiente e l'Osservatorio hanno lanciato un concorso fotografico sul tema dell’erosione costiera, fenomeno che contraddistingue da sempre i litorali, e che nei prossimi anni diventerà ancora più urgente e importante, da studiare e comprendere nelle sue dinamiche: per i cambiamenti climatici che già caratterizzano il Mediterraneo e sempre più lo influenzeranno con l’innalzamento del livello dei mari e gli impatti di fenomeni meteorologici sempre più rilevanti.
Il Concorso vuole contribuire ad accendere i riflettori sui processi in corso lungo le coste - tra spiagge, sistemi rocciosi, aree infrastrutturate e urbane - per comprendere le dinamiche di cambiamento e gli interventi realizzati per la difesa della costa, le trasformazioni che hanno interessato manufatti, porti e paesaggi naturali.
In giuria: Alex Giuzio_ giornalista - Michele Manigrasso_ architetto - Enzo Pranzini_ geologo - Luca Tamagnini_ fotografo - Alessandra Viola_ giornalista.
Sono state registrate 72 candidature, per un totale di 315 foto provenienti da tutte le regioni costiere italiane.
Il 29 marzo 2021 si sono conclusi i lavori della giuria. [leggi il verbale e la graduatoria]
La mostra verrà allestita presso l'Ex Convento dei teatini, a Lecce, dal 15 Luglio 2021.
Di seguito, tutte le foto finaliste.
ESPOSIZIONE DELLE FOTO FINALISTE E PREMIATE
Torre dell'Orso, Lecce 2015. Foto di Daniele Buccarella.
Daniele Buccarella_ Resilienza. Torre dell’Orso, Lecce 2015_ Foto vincitrice
Il Salento, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di mare, estate, vacanza. Il legame dei salentini con il mare travalica però l’aspetto godereccio delle vacanze estive perché il mare da queste parti si vive tutto l’anno e lo si va a trovare sempre, anche d’inverno. Nel corso degli anni però, il mare sta diventando anche una minaccia del territorio, divorando chilometri di coste spesso violentate dall’azione dell’uomo in nome di un turismo di massa non compatibile con la salvaguardia dell’ambiente. Gran parte dei maestosi complessi dunali sono gravemente compromessi e, con loro, anche la vegetazione autoctona che popola le dune, divenendo in alcuni casi, vero e proprio esempio di resilienza.
Torre dell’Orso, Lecce 2015. Foto di Daniele Buccarella. Il Salento, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di mare, estate, vacanza. Il legame dei salentini con il mare travalica però l’aspetto godereccio delle vacanze estive e affonda le sue radici nella notte dei tempi. Il mare, qui, è parte di noi.
Marina di Melendugno, Lecce 2015. Foto di Daniele Buccarella. Davanti all’inesorabile e accelerato fenomeno dell’erosione costiera, spesso le istituzioni locali sono impotenti nel fronteggiare fenomeni pervasivi, per i quali necessiterebbero interventi più strutturati ed enormi risorse economiche. I loro provvedimenti si limitano spesso a poche e inefficaci azioni di contenimento, volte a salvaguardare prevalentemente la sicurezza delle persone più che la sopravvivenza delle coste.
Roca Vecchia, Lecce 2015. Foto di Daniele Buccarella. Il risultato di questa pochezza è sotto gli occhi di tutti. Intere falesie che crollano inesorabilmente, proprio su quella spiaggia dove l’anno precedente magari abbiamo piantato l’ombrellone o abbiamo fatto una passeggiata con la nostra famiglia in riva al mare.
Porto Cesareo, Lecce 2020. Foto di Daniele Buccarella. Lo sbancamento delle dune ad opera dello scellerato abusivismo costiero, diffusosi negli anni ’70 e ’80 lungo gran parte delle aree costiere del nostro Paese, ha contribuito nel tempo a “consumare” letteralmente gli arenili, con l’effetto di far sprofondare le villette più “esclusive” in acqua. A Porto Cesareo, il murales su una di queste abitazioni quasi inghiottite dal mare, sembra alludere ad un’ultima e disperata richiesta di aiuto.
Altre foto candidate dall'autore
Marina di Montemarciano, Ancona 2020. Foto di Simone Porretti.
Simone Porretti_ La strada. Marina di Montemarciano, Ancona 2020_ Foto vincitrice
Le prime luci dell’alba rivelano la storia di un’intera notte di tempesta: una strada, le sue case costruite in uno spazio rubato alla natura. Ora il mare cerca in tutti i modi di riappropriarsi di ciò che gli appartiene.
Pontesasso, Pesaro-Urbino 2020. Foto di Simone Porretti. Dove fino a poche settimane prima c’erano ombrelloni, lettini e famiglie al sole, ora è solo acqua e sale; rimane solo la torretta vuota del bagnino a ricordare le spensierate giornate dei vacanzieri estivi.
Marotta, Pesaro-Urbino 2020. Foto di Simone Porretti. Un piccolo bar sulla spiaggia, in una notte di mare in tempesta; la lotta tra le barriere di cemento messe a proteggerlo e le onde che si infrangono senza sosta; la strana nebbia salmastra tra le assi marcie del locale allontana i ricordi di spensierate serate estive.
Altre foto candidate dall'autore
PROGETTI MENZIONATI
I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020. Foto di Roberto Celi. L’essere umano fa il possibile per contenere erosioni naturali. Poi, dove la natura non erode, ci pensa lui.
Roberto Celi_ Erosioni umane. I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020
I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020. Foto di Roberto Celi. A breve questa marina e questo pontile saranno sepolti sotto il cemento per dare spazio a nuove aree portuali.
I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020. Foto di Roberto Celi. Il mare rimarrà dentro alle persone che qui lo hanno vissuto.
I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020. Foto di Roberto Celi. Le vecchie cime che reggevano i filari di reste piene di ‘muscoli’ saranno distrutte.
I pontili dei muscolai, Marina del Canaletto, La Spezia 2020. Foto di Roberto Celi. Ancora pochi passi, pochi mesi, poi tutto questo sarà solo un ricordo.
Lignano Sabbiadoro, Udine 2020. Foto di Margherita Del Piero. Questa foto ritrae una fila di sacchi, suppongo di sabbia, posizionati in prossimità della Terrazza a mare di Lignano Sabbiadoro, al fine di proteggere la spiaggia e il paese dalle importanti mareggiate invernali. Non ho ricordi di queste barriere quando ero una ragazzina. Le ho notate in questi ultimi anni. Le azioni dell’uomo hanno fatto sì che si debba ricorrere a questi sistemi come azioni riparatorie.
Margherita Del Piero_ Sacchi anti erosione. Lignano Sabbiadoro, Udine 2020
Bibione, Venezia 2020. Foto di Margherita del Piero. Da alcuni anni la spiaggia di Bibione sta subendo un’erosione costante. L’uomo sta cercando di contrastare questo fenomeno con sistemi di questo tipo.
Bibione, Venezia 2020. Foto di Margherita del Piero. Questa foto ritrae un dettaglio di barriera anti erosione, residuo delle barriere installate ai fini di mitigare l’effetto dell’erosione del mare lungo la costa adriatica. Rispetto a 20 anni fa, la spiaggia si è visibilmente ridotta e l’ecosistema ne sta subendo le conseguenze.
Bibione, Venezia 2020. Foto di Margherita del Piero. Queste barriere sono state installate molto tempo fa, per scongiurare la continua erosione del mare Adriatico. In particolare, quando soffia il vento di scirocco e il mare è mosso, l’acqua avanza addirittura fino alla zona dunale, allagandola e compromettendo anche i pini marittimi che si trovano in prossimità.
Bibione, Venezia 2020. Foto di Margherita del Piero. Lo scenario dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento delle acque è molto preoccupante. E’ importante definire una strategia comune che riguardi e tuteli tutte le nostre spiagge italiane.
Zona Sassonia – Fano, Pesaro Urbino 2020. Foto di Fulvio Ferrero. L’erosione costiera è un fenomeno che si manifesta al confine tra visibile e sommerso, tra conscio e inconscio.
Fulvio Ferrero_ La barriera di contatto. Zona Sassonia – Fano, Pesaro Urbino 2020
Zona Torrente Arzilla – Fano, Pesaro e Urbino 2020. Foto di Fulvio Ferrero. L’erosione costiera è un fenomeno che si manifesta al confine incerto.
Zona Torrente Arzilla – Fano, Pesaro e Urbino 2020. Foto di Fulvio Ferrero. L’erosione costiera è un fenomeno che si manifesta al confine urbano e rurale.
Zona Sassonia- Fano, Pesaro e Urbino 2020. Foto di Fulvio Ferrero. La fotografia mette in primo piano una trincea costruita dall’uomo per difendersi dall’erosione della costa. Tale baluardo è il simbolo della guerra di posizione, il cui presupposto è poter difendere a lungo territori molto estesi ma, allo stesso tempo, è un’immagine che ricorda fatti terribili e sanguinosi.
Località Metaurilia - Fano, Pesaro e Urbino 2020. Foto di Fulvio Ferrero. L’immagine inquadra un treno che passa a velocità sostenuta e in sicurezza, perché la ferrovia è protetta dalla scogliera che arriva al limite con i binari. La recinzione protegge il passaggio del treno e difende il confine. Si percepisce una minaccia e, in prima battuta, si pensa al mare che lambisce il viaggio e aspetta il momento più propizio per ostacolarlo.
Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020. Foto di Giovanni Leuzzi. La pavimentazione di un ex stabilimento balneare è quello che rimane dell’ennesima mareggiata che ha colpito il lungomare di Bovalino nel 2019. Il mare si riprende con forza ciò che gli è stato tolto dall’uomo.
Giovanni Leuzzi_ Balera sul mare. Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020
Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020. Foto di Giovanni Leuzzi. Il mio progetto fotografico vede come protagonista il Lungomare di Bovalino Marina, devastato da una violenta mareggiata nel Febbraio 2019. Il pontile in pietra, ossia la foto in questione, ritrae l’unica via per il mare per la Guardia Costiera di zona. La crepa sulla struttura raffigura l’azione erosiva del mare e il suo relativo stato di abbandono.
Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020. Foto di Giovanni Leuzzi. I cumuli di macerie, causati dalla mareggiata, giacciono indisturbati sulla spiaggia, fondendosi tutt’uno con la sabbia.
Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020. Foto di Giovanni Leuzzi. Dettaglio di macerie: balaustre e piani di discesa verso il mare sono ammassate da più di un anno sulla spiaggia.
Lungomare di Bovalino, Reggio Calabria 2020. Foto di Giovanni Leuzzi. La Rocchetta era uno storico lido della Locride, situato sulla Costa dei Gelsomini. Lo stabilimento è stato sempre vittima di mareggiate, sino all’ultima, avvenuta nel 2019. La forza del mare ha distrutto le pareti e ne ha devastato le fondamenta.
Laguna Veneta 2020. Foto di Paolo Paccagnella. I confini fra acque e terra sfumano, fondendosi con il cielo. Si fatica a distinguere all’orizzonte quelli che sono fiumi, canali, valli, barene e lagune nei rispettivi limiti. L’attività umana convive con le linee slanciate degli aironi e dei cormorani, in questa terra che sorge perennemente sul filo dell’acqua, dove una parte del degrado deriva dall’erosione sistematica da parte di agenti naturali e non, dei fondali e dei margini delle barene.
Paolo Paccagnella_ Sinfonia Silenziosa. Laguna Veneta 2020
Porto Marghera, Venezia 2019. Foto di Paolo Paccagnella. Marghera si è sviluppata senza alcun riguardo per l’ambiente. Il suo sviluppo ha inflitto costi ambientali pesanti che sono destinati a venire al pettine tutti in una volta, con effetti ancor oggi non prevedibili per il futuro.
Laguna Veneta 2020. Foto di Paolo Paccagnella. Una parte importante del degrado della laguna deriva dall’erosione sistematica, da parte di agenti naturali e non, dei fondali e dei margini delle barene, quei terreni lagunari che sono periodicamente sommersi durante le alte maree. Le grandi navi, la pesca condotta con metodi “distruttivi” del fondo e il moto ondoso generato dalle imbarcazioni con velocità eccessive, favoriscono l’erosione dei fondali e dei margini delle barene.
Vasto, Chieti 2019. Foto di Paolo Paccagnella. Gran parte delle diverse forme che la costa assume è il risultato dei processi di erosione che portano all'arretramento della linea di costa. Questo andamento è agevolato da comportamenti di utilizzo del territorio in modo sconsiderato, prelevando sabbia dalle dune, costruendo sugli argini dei canali naturali edifici e strade, od ostacolando il deflusso delle acque, cui consegue un mancato apporto di sedimenti che alimentano la fascia costiera.
Delta del Po, Rovigo 2020. Foto di Paolo Paccagnella. (Utopia) L'Osservatorio è una torre situata nel mare, senza recinzioni o gabbie e offre una vista totale sulla costa, con tutti i suoi colori e tonalità e le spettacolari creature che vivono intorno ad essa. La torre è composta da due sale espositive affondate a una profondità di 6 metri sotto il livello del mare; attraverso le sue finestre giganti puoi vedere la straordinaria bellezza della foce in tutto il suo splendore naturale.
SS195 Tangĕre 2020. Foto di Barbara Pau. Linee di confine e linee di erosione. La Playa è il nome storico della striscia di sabbia lunga oltre 10 Km, che separa il sistema lagunare di Santa Gilla dal Mar Mediterraneo. Questo Istmo, già utilizzato come strada di collegamento in epoca romana, oggi identificabile quasi totalmente con la SS195, appare come paesaggio-palinsesto complesso. Una lingua di sabbia in cui i fenomeni di erosione naturale e antropica si giustappongono, agiscono insieme.
Barbara Pau_ km 9 | La Playa. SS195 Tangĕre 2020
SS195 Frangĕre 2020. Foto di Barbara Pau. Le barriere frangiflutti della lottizzazione di Frutti d’Oro, introdotte nel 2016, dopo i fenomeni alluvionali e le forti mareggiate del 2008, a protezione delle abitazioni ormai sul mare.
SS195 Litus finitimum 2020. Foto di Barbara Pau. Litus finitimum è il nome latino de La Playa. La lunga lingua di sabbia / asfalto che divide le acque di laguna da quelle marine.
SS195 Striae 2020 Foto di Barbara Pau. I solchi temporanei della ridefinizione degli argini lungo le peschiere nel sistema di interscambio laguna/mare.
SS195 Limes 2020 Foto di Barbara Pau. Bassa marea. Operazioni umane e operazioni naturali di protezione dell’Istmo. La posidonia sedimentata svolge un'azione protettiva del litorale sabbioso.
Lavagna, Genova 2019. Foto di Cristiano Pugno. Le foto rappresentano la costa del Comune di Lavagna (GE), mentre la disastrosa mareggiata del 2019 stava placandosi… evento meteomarino di portata epocale, durante il quale i morosi hanno raggiunto un’altezza mai vista nel Mediterraneo. La prospettiva dal drone consente di capire quale sia l'impatto delle onde sulla battigia e di rendersi conto che l'unico ostacolo al mare è la massicciata della linea ferroviaria.
Cristiano Pugno_ Contrasti. Lavagna, Genova 2019
Lavagna, Genova 2019. Foto di Cristiano Pugno. Inutile cercare di contrastare con ripascimenti artificali l'erosione di certe coste... si è costretti a ripetere tutti gli anni la stessa cosa.
Lavagna, Genova 2019. Foto di Cristiano Pugno. Costruire dove c'è il mare è il simbolo dell'arroganza umana.
Lavagna, Genova 2019. Foto di Cristiano Pugno. Antichi bastioni di pietra per difendersi dal mare, solo il lavoro costante dell'uomo può combattere il lavorio eterno del mare.
Anche le pietre più ciclopiche non possono dividere le acque del mare
Trapani 2015. Foto di Roberto Serra. I litorali italiani sono spesso rovinati da strutture che erodono le fragili coste e abbruttiscono paesaggi millenari.
Roberto Serra_ Ecomostri che erodono. Trapani 2015
Ex Cave di Pomice, Isola di Lipari, Messina 2010. Foto di Roberto Serra. Fino a qualche decennio fa, era normale erodere i litorali per estrarre materiale, in questo caso il pomice. Ora, a testimonianza, è rimasta la struttura dell’ex-stabilimento.
Porto Torres 2018. Foto di Roberto Serra. L’espansione dei porti commerciali o turistici portano all’erosione delle coste.
Livorno 2017. Foto di Roberto Serra. Le aree industriali limitrofe ai porti occupano sempre più ampi spazi delle coste, e una volta dismesse, non torneranno più alla natura.
Genova 2018. Foto di Roberto Serra. La costa di Genova è completamente e densamente antropizzata, per scopi abitativi, industriali e turistici. Della costa naturale è rimasto solo il ricordo.
Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020. Foto di Nicolò Viozzi. Lo scatto mostra una delle tante problematiche che i gestori di stabilimenti balneari, lungo la costa elpidiense, sono costretti ad affrontare: l’erosione costiera. Dopo diversi tentativi (fallimentari) da parte dell’amministrazione, una delle soluzioni adottate dai ristoratori è stata quella di rafforzare le fondamenta degli stabilimenti, e di ricreare una “barriera di sicurezza”.
Nicolò Viozzi_ L'ultima spiaggia. Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020
Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020. Foto di Nicolò Viozzi. Lo scatto mostra la condizione del litorale elpidiense lungo la costa adriatica, che vede un sottile lembo di spiaggia separare da un lato il mare e dall’altro la porzione di costa occupata dagli stabilimenti balneari.
Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020. Foto di Nicolò Viozzi. L’immagine è una metafora che vuole evidenziare da una parte l’impossibilità di accedere alle coste elpidiensi e dall’altra, in senso più ampio, la condizione in cui versano le attività ristorative e turistiche in questo 2020.
Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020. Foto di Nicolò Viozzi. L’immagine vuole raffigurare da un lato l’impossibilità della fruizione del bagnasciuga, come indicato dal cartello, ma dall’altro permette la creazione di un nuovo punto di vista, con questa terrazza che si affaccia sul mare.
Lungomare sud Porto S. Elpidio, Fermo 2020. Foto di Nicolò Viozzi. Lo scatto vuole creare una similitudine tra la desolazione causata dalla guerra e quella scaturita dall’impeto del mare, che costringe gli stabilimenti balneari ad arretrare il più possibile per difendersi dall’attacco della natura.
Lido Adriano, Ravenna 2018. Foto di Adriano Zanni. Le dune artificiali di sabbia costruite in inverno a protezione del litorale e delle sue infrastrutture turistiche, ultima fragile barriera contro il costante fenomeno erosivo che colpisce le coste ravennati.
Adriano Zanni_ Scatto 5. Lido Adriano, Ravenna 2018
Milano Marittima, Ravenna 2015. Foto di Adriano Zanni. I danni causati da una grossa mareggiata che colpì la costa romagnola nel febbraio del 2015... quel che resta di un capanno per ricovero attrezzature di uno stabilimento balneare nei pressi dei resti della ex colonia Vaerse, meraviglioso esempio di architettura razionalista del periodo bellico, che oggi versa in stato di totale abbandono.
Marina Romea, Ravenna 2008. Foto di Adriano Zanni. Il tratto di spiaggia compreso fra Marina Romea e Porto Corsini, nella provincia di Ravenna è costantemente compromesso dalle correnti. La sabbia viene erosa a nord e trasportata verso sud, dove si deposita allungando in modo non naturale la spiaggia. Nella parte Nord, l’assottigliamento della spiaggia continua incessante negli anni.
Porto Corsini, Ravenna 2010. Foto di Adriano Zanni. Il sistema di pompaggio acqua/sabbia invernale studiato per riportare la sabbia erosa dalla corrente nella parte Nord del litorale Marina Romea - Porto Corsini, in provincia di Ravenna. La sabbia viene prelevata dalla parte sud, dove a causa della diga foranea, si deposita in eccesso.
Lido Adriano, Ravenna 2018. Foto di Adriano Zanni. Le mareggiate invernali di maggiore intensità erodono la costa, restituendo spazio all’acqua. Riducono costantemente la spiaggia di Lido Adriano; mettono a forte rischio gli stabilimenti balneari, le loro economie, i loro clienti, il loro futuro.
ALTRE FOTO FINALISTE
Porto Tolle (RO) 2018_ Foto di Luca Zonari. La formazione del territorio del Delta del Po, è dovuta al progressivo deposito di sedimenti che, in solo poco più di 400 anni, ha determinato l'avanzamento progressivo della linea di costa. Si tratta quindi di terreni geologicamente nuovi. Le molte idrovore hanno contribuito alla formazione del Delta, permettendo la bonifica delle nuove terre, portandole ad essere vivibili.
Santa Giulia di Porto Tolle (RO) 2018_ Foto di Luca Zonari. Un ulteriore sforzo di bonifica e mantenimento, queste idrovore hanno dovuto farlo negli anni ’60, quando con la non controllata estrazione del metano in questa zona, il territorio ha cominciato ad abbassarsi e, in alcuni tratti estremi, a ritornare invaso dal mare. A testimonianza di questo, si trovano alcune costruzioni come per esempio magazzini del riso, una volta al centro di ampie risaie, ora interamente immersi nella sacca.
Santa Giulia di Porto Tolle (RO) 2018_ Foto di Luca Zonari.Il fiume Po, con il suo fluire, ha permesso la nascita di queste nuove terre. Coadiuvato dal mare con le sue correnti e mareggiate, anno dopo anno, torna a modificare, creare o distruggere il territorio che lo accoglie. Numerosi e pressoché temporanei i tentativi di proteggere le rive e le linee di costa, usando palizzate, scogliere e ripascimenti. Chi vive e naviga nel Delta, deve continuamente imparare i passaggi, zone più a rischio.
Delta del Po, Area golenale – Corbola (RO). Foto di Luca Zonari L’uomo convive con questi atti d’impeto del fiume e del mare, cercando di modificare il territorio a favore della propria vita, ma consapevole della forza della natura che non può essere fermata e che periodicamente torna a prendere quello che aveva lasciato.
Foto di Luca Zonari
San Giorgio di Gioiosa Marea, Messina, 2017. Foto di Filippo Puglia. La forza delle onde, affascinante e terrificante allo stesso tempo, sovrasta e distrugge le opere costruite dall'uomo. L'uomo costruisce le sue opere incurante della natura, guardando solo i propri interessi, e la natura spesso si ribella e distrugge quanto da lui costruito.
San Giorgio di Gioiosa Marea, Messina, 2019. Foto di Filippo Puglia. Ormai non c'è più nulla. Il mare ha portato a termine la sua opera portando via con se anche gli spogliatoi con tutta la recinzione e gran parte del terreno di gioco. Il campo sportivo era uno dei simboli del piccolo borgo marinaro di San Giorgio. Il terreno di gioco nel quale tutti noi, bambini e ragazzi di un tempo, ci siamo fatti le ossa giocando e crescendo insieme.
San Giorgio di Gioiosa Marea, Messina, 2013. Foto di Filippo Puglia. Ormai non c'è più niente da fare, il danno è stato fatto e l'uomo è rimasto impotente. Il mare e le sue onde stanno compiendo il loro lavoro. Gli spogliatoi ancora resistono e si vedono gli blocchi di cemento, che l'uomo aveva disposto, nel tentativo di difendere la costa. Sullo sfondo le isole Eolie sembrano così vicine che quasi potresti toccarle con mano.
San Giorgio di Gioiosa Marea, Messina, 2013. Foto di Filippo Puglia. L'onda devastante sovrasta la spiaggia e penetra incontrastata fino a minacciare il muro. Quel muro costruito agli inizi degli anni '80 dello scorso secolo. Costruito dall'uomo per difendere il borgo dalle frequenti mareggiate. L'onda non si è mai fermata e continua a minacciare le opere dell'uomo. Il muro, ormai diroccato è caduto e il mare minaccia le abitazioni dell'uomo.
Foto di Filippo Puglia
Zona Falcata, Messina 2007. Foto di Giuseppe Scavello. La foto scattata nel 2007 segnala i resti della Real Cittadella, una fortezza con affaccio sullo stretto di Messina - fra le più importanti del Mediterraneo e risalente alla fine del 1600 - sorta a difesa e controllo dello stretto. Sono visibili anche i resti di una nave che decide di concludere la sua vita proprio sotto il muraglione della fortezza.
Zona Falcata, MESSINA 2020. Foto di Giuseppe Scavello. La seconda foto documenta la RESILIENZA del vecchio muraglione della Cittadella che resiste all’azione erosiva del mare, mentre emerge ben poco oramai dei resti della nave arenata.
Tremestieri MESSINA 2020. Foto di Giuseppe Scavello. SOSPESI è il titolo della fotografia che documenta gli interventi mirati al potenziamento del nuovo porto, un opera strategica per la città, sempre al centro di accese discussione, sia sul piano operativo, che sulla validità della infrastruttura stessa.
Tremestieri, Messina 2020. Foto di Giuseppe Scavello. “Sospesi” è un’immagine di “work in progress“ che documenta gli interventi mirati all’ampliamento del nuovo porto commerciale di Tremestieri, un’opera strategica per tutta la città, da sempre al centro di accese discussioni, sia sul piano operativo, che sulla validità della infrastruttura stessa.
Foto di Giuseppe Scavello
Le Dune, San Leone, Agrigento 2020. Foto di Roberta Maria Verdone. Questa foto a colori vuol rappresentare l’erosione marina, tema base del concorso. In primo piano una scala, probabilmente costruita anni prima, quando la spiaggia era ben più ampia. Sullo sfondo, il mare e uno dei frangiflutti costruiti dall’uomo per proteggere le spiagge dall’erosione provocata dal moto ondoso. Poi si vede una struttura costruita sulla spiaggia e poi abbandonata a causa dell’erosione che l’ha distrutta.
Le Dune, San Leone, Agrigento 2020. Foto di Roberta Maria Verdone. Questa foto rappresenta l’erosione marina, tema base del concorso. In primo piano troviamo una struttura in legno, che probabilmente, anni prima, funzionava come passerella che portava a una struttura balneare. Sullo sfondo il mare con il sole che sta per tramontare, una struttura ormai distrutta e abbandonata. La passerella assomiglia a un binario diretto verso la distruzione.
Le Dune, San Leone, Agrigento 2020. Foto di Roberta Maria Verdone. Protagonista assoluta di questo scatto è una struttura in legno, di cui sono solamente rimaste delle travi in legno ormai senza ormai alcuno scopo. Ci sono anche dei fili elettrici collegati al nulla. Probabilmente negli anni precedenti la struttura era un bar o qualcosa del genere, dove le persone si godevano il mare e bevevano. Adesso, invece, l’allegria che la caratterizzava è sparita. Appartiene più alla natura che all’uomo.
Le Dune, San Leone, Agrigento 2020. Foto di Roberta Maria Verdone. Protagonista è il frangiflutti, una struttura creata dall’uomo per proteggere le spiagge dall’erosione marina. Queste strutture, come si può notare dalla foto, sono formate da grossi massi accatastati l’uno sull’altro in modo da formare una barriera. L’uomo cerca di evitare l’erosione marina attraverso queste strutture, ma la natura non è così facile da fermare.
Foto di Roberta Maria Verdone
Cabras, Oristano 2020. Foto di Flavio Testa. Sono ormai tanti anni che il litorale viene eroso dalla forza del mare, in lontananza si scorge la torre che delimita l’oasi faunistica di Torre Seu, anch’essa purtroppo ridotta come spiaggia.
Cabras, Oristano 2020. Foto di Flavio Testa. La strada, fino a circa 10 anni fa, era percorribile in auto e permetteva di raggiungere la spiaggia di Turre Seu.
Cabras, Oristano 2020. Foto di Flavio Testa. Come si può osservare una strada lambiva un’abitazione ed era percorribile anche dalle auto. In circa 10 anni il mare ha eroso la costa e ora non è più percorribile.
Cabras, Oristano 2020. Foto di Flavio Testa. Come si può osservare una strada lambiva un’abitazione ed era percorribile anche dalle auto. In circa 10 anni il mare ha eroso la costa e ora non è più percorribile.
Foto di Flavio Testa
Cinque Terre, Liguria 2020. Foto di Valeria Sinesi. Nel multicolorato paesino delle Cinque Terre, una barriera di sassi costruita dall’uomo protegge le case e i suoi abitanti dall’avanzare dirompente dell’innalzamento del livello del mare.
Cinque Terre, Liguria 2020. Foto di Valeria Sinesi. Infrastrutture produttive rigide, inserite senza particolari accorgimenti in un ambiente costiero dinamico, spesso ne modificano l’assetto.
Cinque Terre, Liguria 2020. Foto di Valeria Sinesi. L’avanzare del mare rende i luoghi poco accessibili, ma ugualmente affollati, alla ricerca dell’ultimo raggio di sole.
Cinque Terre, Liguria 2020. Foto di Valeria Sinesi. In previsione di forti mareggiate, l’uomo interviene per salvaguardare la costa.
Foto di Valeria Sinesi
Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, Cerveteri (RM) 2020. Foto di Simone Salvatore. La costa come campo di battaglia. Da una parte, attaccata dagli insediamenti dell’uomo; dall’altra, minacciata dal moto ondoso. I frangiflutti danno l’impressione di addomesticare la forza delle onde. Ma si può davvero controllare il mare?
Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, Cerveteri (RM) 2020. Foto di Simone Salvatore. Il tempo erode gli sforzi dell’uomo, con la stessa veemenza con cui il mare erode la roccia, la spiaggia, le coste, il paesaggio. Di fronte all’ineluttabilità di questi processi, non è meglio godersi l’attimo e tornare bambini?
Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, Cerveteri (RM) 2020. Foto di Simone Salvatore. Un rudere architettonico sullo sfondo, un relitto naturale in primo piano. Due simboli per due diversi tipi di erosioni.
Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, Cerveteri (RM) 2020. Foto di Simone Salvatore. L’erosione come inesorabile movimento che consuma.
Foto di Simone Salvatore
Pietraliscia, frazione di Lipari, Messina 2020. Foto di Simonetta Rossetti. Si tratta di un vecchio stabilimento abbandonato per la lavorazione della pietra pomice, a Pietraliscia, una frazione di Lipari. Ormai il mare che spazza le Eolie, ha eroso sia l’edificio che la spiaggia antistante, per cui il luogo è pressoché inaccessibile.
Porticello, frazione di Lipari, Messina 2020. Foto di Simonetta Rossetti. Percorsa tutta la strada fino a Porticello, si raggiunge a piedi un edificio abbandonato a picco sul mare, superstite di un complesso per la lavorazione della pietra pomice. Fin anche il cartello di pericolo e divieto di accesso, sommato a quello col patrocinio dell’Unesco, sono rovinati a terra, vittime del vento, del mare, dell’incuria dell’uomo.
Porticello, frazione di Lipari, Messina 2020. Foto di Simonetta Rossetti. Nella frazione di Porticello era insediato uno stabilimento per l’estrazione e lavorazione della pietra pomice, utilizzato quale set per girare alcune scene del film Kaos dei fratelli Taviani nel 1984. Chi ha memoria di quel film o dell’esperienza lì vissuta, guardando i ragazzini sul fondo di questo scatto, non può che rimpiangere la bellezza di quel luogo ormai cancellato dall’abbandono e dall’erosione.
Porticello, frazione di Lipari, Messina 2020. Foto di Simonetta Rossetti. Nella frazione di Porticello, una volta raggiunto l’ultimo punto accessibile ci si trova nell’antro che ospitava la collina creatasi dalla polvere della lavorazione della pietra pomice, ahimè quel sito non esiste più, l’uomo, il vento e il mare hanno contribuito alla sua erosione, alla sua cancellazione e lì dove c’era una massa infinita ora c’è un vuoto.
Foto di Simonetta Rossetti
San Nicola, Tremiti, Foggia. Foto di Luana Rigolli 2020. Vista dell'isola di San Nicola, dalla vicina San Domino. Il centro storico di San Nicola si sviluppa su un altopiano che scende verso il mare con scarpate e precipizi modellate dall'erosione dell'acqua e del vento. Sono visibili le numerose strutture di consolidamento e difesa che si sono susseguiti nei secoli.
San Nicola, Tremiti, Foggia. Foto di Luana Rigolli 2020. Il centro storico di San Nicola si sviluppa su un altopiano che scende verso il mare con scarpate e precipizi modellate dall'erosione dell'acqua e del vento. Sono visibili le numerose strutture di consolidamento e difesa che si sono susseguiti nei secoli, e in parte già distrutte dall'erosione successiva.
San Nicola, Tremiti, Foggia. Foto di Luana Rigolli 2020. Il centro storico di San Nicola si sviluppa su un altopiano che scende verso il mare con scarpate e precipizi modellate dall'erosione dell'acqua e del vento. Sono visibili le numerose strutture di consolidamento e difesa che si sono susseguiti nei secoli e in parte già distrutte dall'erosione successiva.
San Nicola, Tremiti, Foggia. Foto di Luana Rigolli 2020. L'isola di Cretaccio vista da San Nicola. L'isola di Cretaccio un'isola di piccole dimensioni, ed molto esposta all'erosione del vento e del mare, motivo per cui destinata a sparire.
Foto di Luana Rigolli
Ischia, Napoli 2020. Foto di Enzo Rando. Isola d'Ischia, Ischia Ponte, Castello Aragonese, vento di scirocco.
Ischia, Napoli 2020. Foto di Enzo Rando. Isola d'Ischia, Ischia Ponte, Castello Aragonese, vento di scirocco.
Ischia, Napoli 2020. Foto di Enzo Rando. Isola d'Ischia, Ischia Ponte, Castello Aragonese, vento di scirocco.
Ischia, Napoli 2020. Foto di Enzo Rando. Isola d'Ischia, Ischia Ponte, Castello Aragonese, vento di scirocco.
Foto di Enzo Rando
Anzio, Roma, 2020. Foto di Massimo Del Principe. La foto vuole mettere in evidenza la diga a protezione dell’antico porto neroniano che si è iniziata a costruire per cercare di contrastare il problema dell’erosione costiera che sta minacciando anche gli antichi resti del porto neroniano. Attualmente l’opera non è stata ancora terminata, e riguardo la sua realizzazione ci sono state molte polemiche.
Anzio, Roma, 2020. Foto di Massimo Del Principe. L’intento di questa seconda foto è quella di fornire una panoramica dell’attuale diga a protezione dell’antico porto neroniano, voluto dall’imperatore Nerone, natio di Anzio.
Spiaggia Grotte di Nerone. Anzio, Roma, 2020. Foto di Massimo Del Principe. Mare, storia, archeologia, ma anche erosione costiera. Con questa foto l’obiettivo è di immortalare in uno scatto non solo la bellezza di questo luogo, ma anche la sua fragilità e le minacce legate in prima battuta al problema dell’erosione costiera. Oggi infatti la falesia si sta lentamente sgretolando.
Spiaggia delle grotte di Nerone. Anzio, Roma, 2020. Mare, storia, archeologia, ma anche erosione costiera. In questo scatto l’attenzione è rivolta alla falesia e alle reti di contenimento che sono state installate.
Foto di Massimo Del Principe
Torre Sant’Emiliano, Otranto, Lecce 2020. Foto di Claudia De Blasi. La “marmitta dei giganti” di Torre Sant’Emiliano presenta una rara peculiarità nel paesaggio costiero: è caratterizzata dalla presenza di un masso sferico di circa un metro di diametro rimasto incastonato al suo interno ed è un esempio di come l’azione delle onde marine in tempi lunghissimi modelli e modifichi l’ambiente, generando scenografie di particolare pregio.
Frassanito, Alimini, Otranto (LE) 2020. Foto di Claudia De Blasi. Qui l’arretramento della costa, che ormai lambisce il limite dunale, presenta una serie di situazioni in continuo mutamento. Ed ecco come una “berma di tempesta”, con l’aggrovigliarsi della vegetazione e con le stratificazioni di sedimenti vari ai piedi della duna instabile, rappresenti una scenografia naturale unica.
Frassanito, Alimini, Otranto (LE) 2020. Foto di Claudia De Blasi. L’azione dell’acqua sulla spiaggia di Frassanito ha portato via il sedimento sabbioso facendo affiorare gli strati più antichi, quello della calcarenite di base e quello del paleosuolo. Lo sfruttamento della costa da parte dell’uomo contribuisce a modificare il paesaggio: le strutture del lido, sullo sfondo, in parte sommerse, resistono appena all’azione del mare che continua, inesorabile, la sua azione di modificazione.
Spiaggiabella, Marine di Lecce, 2020. Foto di Claudia De Blasi. La linea di demanio diventa variabile e si sposta, arretrando. Il mare si riprende i suoi spazi e porta via i muri di recinzione e l’asfalto delle strade restituendo il suo contenuto davanti ai portoni delle abitazioni. L’intervento dell’uomo, che in questo caso ha modificato l’assetto del territorio edificando dove non avrebbe dovuto, rende il paesaggio delle nostre coste ancor più vulnerabile al verificarsi degli eventi naturali.
Foto di Claudia De Blasi
Torre Flavia, Ladispoli, Roma 2019. Foto di Emiliano Cerluini. La foto ritrae Torre Flavia vista dal Monumento naturale Palude di Torre Flavia. La torre medievale, costruita su rovine romane, fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale ma rimase in piedi. Negli ultimi anni ha subito una forte erosione dovuta all'alta marea, nonostante il posizionamento di una fila di frangiflutti. Tutta la spiaggia davanti l’oasi naturale è soggetta a forte erosione della costa.
Torre Flavia, Ladispoli, Roma 2019. Foto di Emiliano Cerluini. La foto ritrae Torre Flavia protetta dai frangiflutti. La torre medievale, costruita su rovine romane, fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale ma rimase in piedi. Negli ultimi anni ha subito una forte erosione dovuta all'alta marea, nonostante il posizionamento di una fila di frangiflutti, visibili in foto, posizionata negli anni settanta. Le 4 pareti originali si sono rotte in 8 tronconi che si stanno separando.
Torre Flavia, Ladispoli, Roma 2019. Foto di Emiliano Cerluini. Il mare sta erodendo la costa tra Ladispoli, Torre Flavia e Marina di Cerveteri. I frangiflutti posti a difesa di Torre Flavia sono ormai da cinquant’anni un elemento del paesaggio, ritrovo dei pescatori tutte le notti.
Torre Flavia, Ladispoli, Roma 2019. Foto di Emiliano Cerluini. Il mare sta erodendo la costa tra Ladispoli, Torre Flavia e Marina di Cerveteri. I frangiflutti posti a difesa di Torre Flavia sono ormai da cinquant’anni un elemento del paesaggio, ritrovo dei pescatori tutte le notti.
Foto di Emiliano Cerluini
Area Protetta Parco Marino del Cerrano, Comune di Pineto TERAMO 2020. Foto di Guido Castelli. Le onde che si infrangono sulla spiaggia e la ripresa dall’alto fanno emergere la linea che separa il tratto di costa tra la spiaggia e il mare accarezzando un tronco alla deriva.
Area Protetta Parco Marino del Cerrano, Comune di Pineto TERAMO 2020. Foto di Guido Castelli. La Torre di Cerrano sulla sinistra della foto, con la sua imponenza che sovrasta la costa, come simbolo di contrasto per la salvaguardia degli ecosistemi costieri.
Area Protetta Parco Marino del Cerrano, Comune di Pineto TERAMO 2020. Foto di Guido Castelli. Un tronco di legno portato a riva dalla mareggiata, se la si guarda attentamente assume le sembianze di una testa di drago, ormai esamine e solo. Un tempo possente come era con le sue vampate di fuoco, ora spente dall’acqua. Questa foto, volutamente trattata in bianco e nero, a mio modesto parere esprime tutta la tristezza e la desolazione di un paesaggio eroso, conseguenza forse della crisi climatica.
Area Protetta Parco Marino del Cerrano, Comune di Pineto TERAMO 2020. Foto di Guido Castelli. La quiete dopo la tempesta, il tronco si lecca le sue ferite, un timido raggio di sole fanno sperare per un futuro migliore e far si che nonostante la pandemia di covid-19, ci possa far tornare a passeggiare sulle spiagge con la volontà di salvaguardare il nostro paesaggio costiero.
Foto di Guido Castelli
Spiaggia di Bosco Isola, Duna di Lesina, Foggia 2020. Foto di Carlo Macrini. Una tartaruga senza vita e la natura che vive attraverso una piccola pianta.
Spiaggia di Bosco Isola, Duna di Lesina, Foggia 2020. Foto di Carlo Macrini. Memorie di inciviltà che vengono trasportate dal mare e si legano alla sabbia.
Spiaggia di Bosco Isola, Duna di Lesina, Foggia 2020. Foto di Carlo Macrini. Forme, colori e materiali che raccontano storie approdate come naufraghi in attesa di un venerdì (giorno di raccolta differenziata e non l’indigeno di Crosue).
Spiaggia di Bosco Isola, Duna di Lesina, Foggia 2020. Foto di Carlo Macrini. Avere di fronte improbabili ruderi di un’antica città e sentirsi immersi nella realtà di un abbandono. In lontananza, il potere della rabbia del cielo, come un rimprovero al mondo, ci ricorda il minuscolo valore dell’uomo di fronte al tempo che scorre e la sua lucida tossicità.
Foto di Carlo Macrini
Centrale Federico II, Cerano, Brindisi 2020. Foto di Danilo Rosario Pastore. Il mattone che costituisce l'elemento primario e finale della tettonica umana come cellula fondamentale dell'agire costruttivo.
Centrale Federico II, Cerano, Brindisi 2020. Foto di Danilo Rosario Pastore. Rocce in movimento, un movimento ascensionale in contrappunto al paesaggio umano sullo sfondo, solo apparentemente statico.
Otranto, Lecce 2020. Foto di Danilo Rosario Pastore. L'erosione del mare sul paesaggio naturale fa sanguinare la pelle su cui resistono le piante delle coste.
Centrale Federico II, Cerano, Brindisi 2020. Foto di Danilo Rosario Pastore. L'asfalto come sottile congiunzione tra due livelli dell'agire; quello umano, al di sopra, e quello della forza della natura al di sotto.
Foto di Danilo Rosario Pastore
Località le Gorette, Cecina, Livorno 2020. Foto di Raffaele Ferrari. Questa mia serie di fotografie è stata scattata nel comune di Cecina ed ho cercato di mostrare e rivelare gli effetti dell’erosione su strutture che si affacciano al mare nonostante i lavori eseguiti anche recentemente per proteggere le coste. Quest'area di costa è una delle più colpite dal fenomeno dell’erosione. In questa immagine vi è ciò che rimane della pista da ballo dell’ex campeggio dei francesi in località le Gorette.
Località le Gorette, Cecina, Livorno 2020. Foto di Raffaele Ferrari. Il pavimento distrutto di una strutture sempre del campeggio, toccato dalle acque del mare.
Cecina, Livorno 2020. Foto di Raffaele Ferrari. Scalini di una struttura decadente e distrutta. Sullo sfondo, il porticciolo di Cecina, recentemente costruito.
Cecina, Livorno 2020. Foto di Raffaele Ferrari. Il pennello protettivo e delle strutture di cemento di cui rimane solo una piccola porzione di cemento. Per accedere a questa parte di costa è stata collocata una tavola di legno in quanto spesso le acque circondano l’area.
Foto di Raffaele Ferrari
Torre Annunziata, Napoli 2020. Foto di Michele Pedone. Torre piccionaia a forma di pagoda di antica villa nobiliare, in corso di restauro, come si vede l’azione del mare ha causato il crollo di parte del muraglione realizzato al di sopra della base rocciosa esposta all’erosione
Torre del Greco, Napoli 2020. Foto di Michele Pedone. Le torri costiere del Regno di Napoli costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera del regno di Napoli. Furono costruite per arginare le frequenti incursioni saracene e corsare. Oggi o sono lasciate in balia degli elementi o vengono recuperate e restaurate da privati a scopo ricettivo turistico.
Bacoli, Napoli 2020. Foto di Michele Pedone. Come si vede dalla foto, sul lungomare è stata realizzata una serie di scogliere a forma di palma, per salvaguardare la spiaggia dalle mareggiate.
Castellammare di Stabia, Napoli 2020. Foto di Michele Pedone. Il Golfo di Napoli ripreso da Castellammare, un anfiteatro naturale ricco di tesori e di vestigia del passato, inestimabile ma fragile per la sua conformazione, dove i venti e le correnti marine giocano un ruolo determinante nei fenomeni erosivi delle coste, fenomeni purtroppo aggravati dall’antropizzazione massiccia.
Foto di Michele Pedone
Riserva Naturale Regionale di Tor Caldara. Anzio, Roma 2020. Foto di Renzo Mastracci. La lenta ma continua azione di del mare determina continui crolli sulla falesia argillosa della Riserva Naturale di Tor Caldara, mettendo in pericolo le residue preesistenze della villa romana e della antica Torre di avvistamento, che da il nome alla riserva stessa.
Area archeologica della “ Villa Imperiale” detta anche “ Villa di Nerone”, Anzio, Roma 2020. Foto di Renzo Mastracci. Questo è il punto geografico di Capo d’Anzio dal quale ha preso il nome l’antica città. E’ al centro dell’area archeologica della “ Villa imperiale “ luogo dove la storia colloca la nascita degli imperatori romani Nerone e Caligola. Le dinamiche erosive che interessano l’intera costa laziale mettono a rischio la “Storia".
Arenile in loc. Scacciapensieri, Nettuno, Roma 2020. Foto di Renzo Mastracci. Area densamente urbanizzata. Sono state realizzate opere di difesa per contrastare l’erosione del litorale, ma con l’utilizzo di mezzi meccanici si continua recuperare sabbia sul bagnasciuga. Una sorta di accaparramento di sabbia “ fai da te”.
Marina di Nettuno, Roma 2020. Foto di Renzo Mastracci. Vista del porto al tramonto.
Foto di Renzo Mastracci
Marina di Montenero di Bisaccia, Campobasso 2018. Foto di Federico Dessardo. Palo della luce in mezzo al mare, tratto di costa di Montenero di Bisaccia, verso Petacciato Marina. La zona ha subito molti cambiamenti, ad oggi i pali della luce che stavano vicino alla costa sono stati smantellati.
Rocca San Giovanni, contrada Vallevò, Chieti 2018. Foto di Federico Dessardo. Tratto di costa dei Trabocchi, nella foto un tratto di muro di sostegno del vecchio tratto ferroviario ora adibito a pista ciclabile, ma interrotto nella zona del crollo tra Le Morge e Torino di Sangro Marina.
Rocca San Giovanni, contrada Vallevò, Chieti 2018. Foto di Federico Dessardo. Casa sul mare. Tratto del vecchio passaggio ferroviario crollato in mare
Vasto marina, spiaggia Vignola, Chieti 2019. Foto di Federico Dessardo. Case sul mare, l'incoscienza nel costruire case affacciate sul mare.
Foto di Federico Dessardo
Porto di Licata, Agrigento 2020. Foto di Giuseppe Buscemi. Tutto parte dal Porto di Licata (AG), ovvero come la costruzione di un braccio possa cambiare il ritmo di sedimentazione di un litorale e modificare la linea di costa per parecchi km, influenzando lo stato di salute delle spiagge e le attività antropiche collegate. La nostra storia di erosione parte da qui, da un bellissimo e rinomato porto turistico di rilevanza internazionale.
Falconara, frazione marina di Butera, Caltanisetta 2020. Foto di Giuseppe Buscemi. In questa tappa del nostro viaggio siamo a Falconara, frazione di Butera (CL), zona ad altissima vocazione turistica, dove insiste anche un castello privato ben conservato. Qui è visibile l’incalzare dell’erosione che minaccia il castello stesso nonché la presenza di una struttura, forse un preesistente stabilimento balneare, parzialmente o del tutto abusivo, di cui rimangono soltanto i resti.
Contrada Desusino, Marina di Butera, Caltanisetta 2020. Foto di Giusppe Buscemi. Zona balneare dove gli effetti dell’erosione nel tempo sono stati ancora più disastrosi, con la scomparsa in alcuni tratti dell’intero litorale sabbioso e anche di parte del piazzale antistante la costa.
Manfria, frazione di Gela, Caltanisetta 2020. Foto di Giuseppe Buscemi. La costa, in quest’area, è strutturalmente complessa, ma laddove si trovava una delle più vaste spiagge del Sud della Sicilia, ora rimane ben poco: in alcuni tratti l’azione del mare ha contribuito ad erodere la spiaggia, asportando i sedimenti sabbiosi, oltre che aggredire direttamente la falesia, e qui il mare ha creato delle grotte costiere.
Foto di Giuseppe Buscemi
Otranto, Lecce 2020. Foto di Francesco Marsano. Il processo erosivo che ha provocato, nel tempo, un accumulo di detriti rocciosi (e non solo) che si sono riversati sul litorale.
Gallipoli, Lecce 2020. Foto di Francesco Marsano. Il limite molto sottile e fragile di un tratto di costa Gallipolina. Si può vedere la scarsa efficienza dei sistemi di difesa adottati, che risultano fortemente inadeguati a proteggere il sistema urbano dalle forti mareggiate.
Gallipoli, Lecce 2020. Foto di Francesco Marsano. Successione dei sistemi di prevenzione.
Gallipoli, Lecce 2020. Foto di Francesco Marsano. La foto illustra la perseveranza della forza del mare a riprendere i suoi spazi ormai deturpati da opere antropiche.
Foto di Francesco Marsano
Molo Nord del Porto di Pescara 2020. Foto di Valerio D'Albenzio. I trabocchi sono macchine a palafitta utilizzate anticamente per la pesca. Grazie alle loro lunghe zampe riescono a sottrarsi alla furia delle mareggiate che divorano la sabbia e a sorvegliare dall’alto la mutevole costa.
Molo Nord del Porto di Pescara 2020. Foto di Valerio D'Albenzio. Un altro giorno volge al termine e nessuno si accorge di quanto sia fragile l’equilibrio della vita.
Molo Nord del Porto di Pescara 2020. Foto di Valerio D'Albenzio. Abbiamo lasciato le nostre tracce sulla sabbia ma presto l’acqua le ricoprirà e tutto sprofonderà nell’oblio.
Molo Nord del Porto di Pescara 2020. Foto di Valerio D'Albenzio. Un riflesso tra le scanalature della sabbia rispecchia la dissolvenza dei tratti costieri.
Foto di Valerio D'Albenzio
Castiglioncello, Rosignano Marittimo, Livorno 2020. Foto di Sauro Marianelli. La dimensione… ottusa, della visione ambientale.
Castiglioncello, Rosignano Marittimo, Livorno 2020. Foto di Sauro Marianelli. Esemplare di pessima integrazione ambientale sul litorale tirrenico.
Castiglioncello, Rosignano Marittimo, Livorno 2020. Foto di Sauro Marianelli. Un tubo, una gettata di cemento sugli scogli per un’ombra grigia sull’ambiente.
Castiglioncello, Rosignano Marittimo, Livorno 2020. Foto di Sauro Marianelli. Cementificazione, quale quinta di “Villa Godilonda”.
Foto di Sauro Marianelli
Scala dei Turchi_Realmonte, Agrigento 2017. Foto di Roberto Oriti. L’insieme delle azioni naturali unite all'attività indiscriminata dell'uomo portano alla disgregazione ed alla demolizione del suolo.
Spiaggia del Poetto, Cagliari 2020. Foto di Roberto Oriti. La natura si riprende ciò che le appartiene.
Castello Normanno di Acicastello, Catania 2020. Foto di Roberto Oriti. Il territorio modificato dall'uomo che tenta di resistere all'imminente conquista del mare.
Territorio di Acicastello, Catania 2017. Foto di Roberto Oriti. Alla fine nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Foto di Roberto Oriti
Marinella di Sarzana, La Spezia 2020. Foto di Simona Paladini. In continuità con la Riviera Apuana e prima della Foce del fiume Magra, la spiaggia di Marinella ormai da anni si sta arretrando… il mare riprende i suoi spazi modificando la morfologia costiera.
Marina di Massa, Massa Carrara 2020. Foto di Simona Paladini. Il marmo bianco di Carrara, estratto dalle montagne vicine, diventa paesaggio marino, una nuova scogliera di pietra che il mare non può oltrepassare.
Marina di Massa, Massa Carrara 2020. Foto di Simona Paladini. Tra partaccia e Marina di Massa, la spiaggia come siamo abituati a vedere, ampia e sabbiosa non esiste più… il mare è quasi arrivato a lambire i pochi stabilimenti balneari rimasti.
Marina di Massa, Massa Carrara 2020. Foto di Simona Paladini. La spiaggia ormai inesistente è stata sostituita da una profonda riva fatta di piccole pietre, vetrini, sassi e tutto ciò che il mare ha incontrato e levigato.
Foto di Simona Paladini
EROSIONI è una mostra itinerante. La prima esposizione è stata allestita nell'Ex Convento dei Teatini, a Lecce, all'interno del programma della Conferenza "Coste in Movimento", del 15 e 16 luglio 2021.
Mostra a cura dell'Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani.
Direzione Artistica di Michele Manigrasso
con Lia Fedele, Amedeo Minischetti, Michael Liberato, Martina Lombardi.
Tutte le foto partecipanti al concorso EROSIONI sono soggette al copyright.
E' vietata la diffusione da terzi non autorizzati.
Saranno pubblicate da Legambiente e dall'Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani nelle modalità stabilite dal regolamento interno al bando di concorso.
Si ringraziano tutti i fotografi partecipanti per il lavoro profuso, per la riuscita del contest e delle mostre/pubblicazioni
che ne seguiranno.