TUTTI AL MARE
Concorso fotografico 2021 - 2022
TUTTI AL MARE
Concorso fotografico sulle trasformazioni del turismo
lungo le aree costiere italiane
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Iniziativa organizzata da
Legambiente e dall'Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani
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ESITI DEL CONCORSO
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Al concorso sono state candidate 125 foto,
provenienti da tutte le regioni costiere italiane.
La giuria, composta da Margherita Del Piero, Stefano Landi,
Michele Manigrasso, Barbara Pau, Sebastiano Venneri,
ha decretato quanto segue:
Per la categoria “Turismi cattivi”
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Foto vincitrice
VIETATO SALIRE_ Spiaggia Alimini, Otranto (Lecce). Foto di Daniele Buccarella 2017
Una delle tante facce del Salento è quella triste delle spiagge in inverno, dove il paesaggio naturale è stato trasformato e talvolta violentato dall'uomo mediante installazioni di ogni genere a favore del profitto privato e di un turismo insostenibile. Molto spesso queste installazioni, che dovrebbero essere di carattere temporaneo o al più stagionale, divengono nel tempo delle installazioni fisse in barba ad ogni regolamento locale e nazionale. Si arriva così anche al paradosso per il quale un “corpo estraneo” sembra appropriarsi indebitamente di un’area pubblica del demanio imponendo beffardamente persino dei divieti.
Menzioni d'onore
IL "MOSTRO" CONCERTO_ San Cataldo (Lecce). Foto di Claudia De Blasi 2019
Musica e spiaggia paiono formare un binomio perfetto. La domanda da porsi però è quale sia il grado di sostenibilità, se ed eventualmente quali tratti di costa possano essere considerati idonei ad accogliere manifestazioni che ospitano migliaia di persone, quanto valga in termini ambientali la suggestione e l’adrenalina che accompagnano un concerto di grossa portata, sicuramente inconcepibile nelle vicinanze di ambienti protetti, ma quantomeno inopportuno anche altrove.
Valutazioni tutt’altro che semplici per chi organizza, per chi amministra, per chi fruisce.
RICERCA DELL'ORIZZONTE_ San Vincenzo (Livorno). Foto di Sauro Marianelli 2021
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Sguardo racchiuso tra cemento, legno e plastica in cerca di spazi aperti.
FINIBUS TERRAE_ Laghi Alimini, Otranto (Lecce). Foto di Adriano Nicoletti 2015
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Il Salento senza trucco, nella stagione della quiete svela con chiarezza il rapporto fra natura, intesa come elemento primario e luogo, inteso come risultato dell’elaborazione culturale e strumentale dell’agire umano. Sulla costa, confine fisico ed ideale del “finibus terrae”, il concetto di contaminazione delle due componenti assume un simbolismo pregnante ed intenso.
Finibus terrae indaga un luogo geografico, il Salento e un limite fisico, dove la terra emersa incontra il mare; dove la scrittura dei luoghi si rarefà e sfuma come appendice di un’urbanizzazione sempre più fagocitante.
SPICCHIO D'ACQUA_ Santa Cesarea Terme (Lecce). Foto di Danilo Rosario Pastore 2020
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Ce n'est pas un triangle! Un triangolo isoscele con la punta tagliata che diventa un trapezio non sarà mai più un rettangolo. Un breve viaggio surreale tra la voglia di natura e la volontà di dominare gli eventi; inibire la forza del vento privandola del suo ruolo di modellatrice delle rocce millenarie per assicurarsi una lastra d’acqua ferma.
SPIAGGE ATTRISTATE 2_ Roseto degli Abruzzi (Teramo). Foto di Roberto Serra 2015
Roseto degli Abruzzi, primavera del 2015, la stagione turistica non è ancora iniziata, restano gli scheletri della precedente, neanche d’inverno il mare riposa.
Ad abbruttire ulteriormente il litorale sono presenti alcuni tubi su cui una ragazza mira l’orizzonte, non si sa se triste o sognante.
BALENE E FANTASMI_ Cesenatico (Forlì-Cesena). Foto di Adriano Zanni 2022
Scatto tratto dal mio progetto in corso di svolgimento “Lungo Mare”: Orrori architettonici e scempi estetici, cementificazione selvaggia, abusi edilizi, ecomostri e scheletri abbandonati, parchi tematici, hotel in disuso, stabilimenti balneari e selvaggia occupazione del territorio. Lungo mare racconta visivamente l'evoluzione del paesaggio costiero e balneare sulla riviera romagnola dagli anni del boom economico ai giorni nostri. I resti odierni della "Metropoli Balneare".
Il parco giochi acquatico “Atlantica” di Cesenatico attivo dagli anni 80, situato a ridosso della spiaggia di Cesenatico Ponente e di fronte alla cui spiaggia giacciono innumerevoli ex Colonie estive per bambini in stato di totale abbandono e degrado.
Per la categoria “Turismi buoni”
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Foto vincitrice
VAMOS A LA PLAYA_ Porto S.Elpidio (Fermo). Foto di Nicolò Viozzi 2022
l titolo della foto gioca con il nome dello stabilimento “La Playa de Cococciò” situato su una piccola scogliera che si affaccia sul mare. Essendo isolato rispetto al resto degli stabilimenti balneari ed immerso in quella che è la fascia dunale più estesa del paese, durante gli eventi organizzati è possibile godere e riscoprire il paesaggio circostante.
Menzioni d'onore
FOCE FIUME CHIDRO. San Pietro in Bevagna (Taranto). Foto di Raffaele Ferrari 2021
Foto della foce foce de fiume Chidro che nasce tra il fiume Borraco e Torre Colimena. È un corso d'acqua lungo circa 10 km che scorre sottoterra, fino ad una sorgente conosciuta come cratere, che si trova immersa in una riserva naturale. Da lì, il fiume di acqua freschissima e limpidissima, corre per un tratto di poco più di 500 metri e arriva fino al mare, nei pressi della spiaggia di San Pietro in Bevagna. Prima di gettarsi in mare, il Chidro forma tre laghetti meravigliosi.
VISIONI_ Scala dei Turchi, Realmonte (Agrigento). Foto di Mauro Fontana 2017
A volte, l'inaspettato ha la capacità di aumentare il senso dei luoghi. Come un ragazzino che a piedi scalzi attraversa bellezza e fragilità.
Questa foto è stata scattata nel 2017, prima che si vietasse l'accesso alla Scala dei Turchi.
SAPORE DI MARE_ Marsala (Trapani). Foto di Massimiliano Rolando 2021
Salato come il mare, come il sudore, come le lacrime: il candore, la bellezza, la fatica nella incomparabile suggestione dello Stagnone di Marsala, tra i mulini a vento testimoni dell' antica lavorazione del sale in attesa dello spettacolo di un indimenticabile ed unico tramonto.
NATURALITÀ_ Rivaverde (Ravenna). Foto di Claudio Zanirato 2018
Anche nei tratti di più intenso sfruttamento balneare, comunque, si possono scorgere aree superstiti, terreni abbandonati, zone naturali protette o luoghi “rinaturalizzati”, insomma delle “pause” nel paesaggio della continuità, da cui riemerge un rapporto perduto con il mare. Quello che appare a prima vista una “marginalità” si scopre anche una risorsa, in quanto alternativa a tanta omologazione che ha reso perfettamente abitabile ed antropizzato un paesaggio, quello costiero, fino a prima del tutto naturale e disabitato. Prende così corpo un ritorno alle origini, quando i primi nuclei balneari ricercavano e decantavano la presunta “naturalità” della loro proposta, in una visione cosciente di paesaggio.